giovedì 2 gennaio 2014

CORTOCIRCUITI


Francisco Goya - Saturno divora i suoi figli - 1819/1823 Museo del Prado Madrid

La Cina (dolorosa contraddizione in un paese che è governato dai membri di un partito che si definisce ancora comunista) deve il proprio straordinario sviluppo economico, prevalentemente, se non esclusivamente, allo sfruttamento a morte (alla lettera) dell'operaio cinese.

“L'operaio cinese lavora sempre, guadagna poco e muore giovane. La formula è perfetta sia per una multinazionale delocalizzata, sia per uno stato alla preistoria del Welfare.”

LO STAKANOVISTA CINESE articolo di Giampaolo Visetti da La Repubblica del 2 gennaio 2014
[vedi anche: 
http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/12/13/news/apple_ispeziona_fabbrica_morte_ragazzo-73525925/?ref=search ]

Questa situazione non solo è ampiamente sfruttata dalle grandi industrie dell'elettronica (Apple, Sony, Samsung ecc) che fanno costruire, in questo caso, nello stabilimento della Pegatron corporation presso il quale sono avvenuti i fatti riferiti dall'articolo, tutti i bei giocattolini che stiamo anche in questo momento usando, ma è un modello che a molti non dispiacerebbe fosse esportato da noi.
Il socialismo realizzato non sarà stato (condivido) tanto bello, ma anche questo capitalismo cannibale non è certo la miglior soluzione possibile.

martedì 31 dicembre 2013

A REMBRANDT NESSUN “MI PIACE”


L'immagine che vedete qui riprodotta è quanto resta del quadro di Rembrandt che al pittore era stato commissionato dal municipio di Amsterdam in seconda scelta rispetto ad un altro artista nel frattempo deceduto. Ritrae il giuramento di Gaio Giulio Civile detto anche Claudio.

Claudio Civile era un membro reale della tribù dei Batavi che fu al comando di una coorte romana nel periodo in cui essi erano alleati di Roma. Ne capeggiò poi la rivolta (che è uno dei momenti fondativi della storia patria olandese).

Qui viene ritratto, con crudo realismo, orbo di un occhio che aveva perduto in battaglia al momento de giuramento di fedeltà alla lotta contro il dominio di Roma.

L'opera è tra gli ultimi dipinti di Rembrandt. Quando ricevette la commessa di comporre una tela che riproducesse un avvenimento della storia patria per il nuovo municipio della città, egli era in totale miseria. La sua arte era disprezzata perché non rispettava più le regole della buona pittura (chiara, definita, linda e di buoni principi). Quel che dipingeva sembrava ai buoni concittadini rozzo, immorale, non finito, rabberciato. Così fu costretto, non riuscendo più a sostenere il suo livello di vita (piuttosto alto fino a poco prima, quando era in auge e tutti lo riverivano), di asta in asta, a vendere tutto quello che possedeva: i quadri, le collezioni, i mobili, fino anche la stessa sua casa.

La commessa era dunque l'occasione per rimettersi in sesto (sarebbe bastato presentare un dipinto alla moda e tutto sarebbe andato alla perfezione). Ma Rembrandt rimase fedele a sé stesso e alla sua arte. Nel vedersi rappresentati con tanta concretezza come i barbari che erano, i chiari committenti rifiutarono disgustati l'opera che era molto più ampia di questo frammento. Infatti Rembrandt la smembrò tagliandola a pezzi nella speranza di poterla vendere meglio e questo è quanto ci rimane, ultima delle tante testimonianze dello splendore della sua arte. 
Lo straordinario dell'arte dell'ultimo Rembrandt risiede nella sua totale libertà nel riprodurre temi e soggetti nel modo più diretto e materico sulla tela in totale e cocciuta cotrapposizione alle sempre più feroci critiche dei buoni borghesi che lui aveva ritratto. Libertà che lo accomuna ad altri straordinari artisti come Tiziano e Renoir tanto per fare due esempi. E non solo nella pittura, ma in tutte le arti con la vecchiaia molti esprimono con quanto più vigore e verità se stessi.

mercoledì 10 aprile 2013

E’ morta Margaret Thatcher

Margaret Thatcher ha sostenuto (assieme al suo socio Ronald Reagan e ai vari loro epigoni) le peggiori politiche liberiste che sono causa dell'attuale crisi socio economica, la più violenta, estesa e perdurante  mai conosciuta.

Una crisi per la quale è aumentato a dismisura il divario tra i pochi ricchi e il resto dell’umanità.

Un divario che ha l’aspetto di una guerra.

Una guerra di classe sferrata brutalmente e deliberatamente dai più ricchi contro i più poveri.
Margaret Thatcher ”ha cambiato il mondo” ed ha lasciato “un segno nella Storia”.

Un segno. Una ferita che non smette, non smette mai di sanguinare.
Margaret Thatcher è morta.

martedì 1 maggio 2012

Il mondo com'è?


Secondo Piero Ottone, nel suo articolo del 22 marzo (ultima delle cinque giornate di Milano), gli articoli della Costituzione Italiana [della Costituzione!] (”Repubblica imperniata sul lavoro, diritto di ogni cittadino per il lavoro”) “appartengono alla cultura di sinistra di quegli anni lontani, ad un sindacalismo che non accettava ideologicamente il mondo com’era, cioè il mondo del capitalismo liberale …
E’ particolarmente curioso che si definisca di sinistra, e ridurlo così a una parte benché importante, il dettato della costituzione che è frutto, invece, di uno sforzo potente e straordinario di sintesi di posizioni filosofice, politiche e ideologiche diverse.
Altrettanto curioso definire la costituzione come uno strumento arcaico, appartenente a tempi, ad ere passate e lontane come se dovessimo considerare la costituzione e le idee in essa sottese un freno che impedisce l’adeguarsi felice della nazione, della società al mondo com’è.
Ma il mondo com’è? Il mondo del capitalismo liberale è un fenomeno storico definito nel tempo e nel luogo. Non posso quindi pensare che il mondo del capitalismo liberale sia un fatto ineludibile ed eterno, che sempre è stato e sarà, che bisogna accettare perinde ac cadaver inevitabilmente, inesorabilmente.
D’altronde Il mondo com’è non è il mondo come è stato, né come sarà.
Dovremmo dare ragione, altrimenti, alla Chiesa, quando pretese l’abiura del Galilei, visto che il mondo com’era a quel tempo, era quello tolemaico, quello che ha la terra al centro e il sole e le stelle che vi ruotano intorno, perché dubitarne? Guai a dubitarne!
E, dunque, altrettanta ragione la Chiesa ebbe nel mandare al rogo Giordano Bruno e tutti gli eretici che nei secoli si sono opposti al mondo com’è.
Perché mai non si deve volere il mondo com’è, perché mai non dobbiamo accettarne le regole, perché mai non adeguarsi?
Ma il mondo non è una palude stigia dove siamo condannati all’immobilità delle cose e delle idee.
Per fortuna il mondo non è solo quello del capitalismo liberale o di qualsiasi altra visione sempre parziale e finita.

mercoledì 25 aprile 2012

25 APRILE









Caro Storace, 
torno adesso dalla manifestazione per la festa della Liberazione e penso che anche lei dovrebbe, come tutti noi, ringraziare quelli che combatterono e morirono allora per la libertà. Anche per la sua libertà di dire stupidaggini, di dire che non c'è niente da festeggiare il 25 Aprile. Questo  25 Aprile e tutti quelli che verranno, continueremo, ostinatamente, a festeggiarla, la libertà. La nostra come la sua, caro Storace.

giovedì 15 dicembre 2011

TEMPI NUOVI



Gustav Klimt - Adamo ed Eva 1917
österreichische galerie belvedere, Wien


Chiusi gli occhi, la testa reclinata, a questo incerto futuro ci abbandoniamo.
Tutto il destino del mondo è nei tuoi occhi.
Tutto l'ardore, la dolcezza, lo sgomento di sapere, di vivere.



1917, 2011