L'immagine
che vedete qui riprodotta è quanto resta del quadro di Rembrandt che
al pittore era stato commissionato dal municipio di Amsterdam in
seconda scelta rispetto ad un altro artista nel frattempo deceduto.
Ritrae il giuramento di Gaio Giulio Civile detto anche Claudio.
Claudio
Civile era un membro reale della tribù dei Batavi che fu al comando
di una coorte romana nel periodo in cui essi erano alleati di Roma.
Ne capeggiò poi la rivolta (che è uno dei momenti fondativi della
storia patria olandese).
Qui
viene ritratto, con crudo realismo, orbo di un occhio che aveva
perduto in battaglia al momento de giuramento di fedeltà alla lotta
contro il dominio di Roma.
L'opera
è tra gli ultimi dipinti di Rembrandt. Quando ricevette la commessa
di comporre una tela che riproducesse un avvenimento della storia
patria per il nuovo municipio della città, egli era in totale
miseria. La sua arte era disprezzata perché non rispettava più le
regole della buona pittura (chiara, definita, linda e di buoni
principi). Quel che dipingeva sembrava ai buoni concittadini rozzo,
immorale, non finito, rabberciato. Così fu costretto, non riuscendo più a sostenere il suo livello di vita (piuttosto alto fino a poco prima, quando era in auge e tutti lo riverivano), di asta
in asta, a vendere tutto quello che possedeva: i quadri, le
collezioni, i mobili, fino anche la stessa sua casa.
La
commessa era dunque l'occasione per rimettersi in sesto
(sarebbe bastato presentare un dipinto alla moda e tutto sarebbe
andato alla perfezione). Ma Rembrandt rimase fedele a sé stesso e
alla sua arte. Nel vedersi rappresentati con tanta concretezza come
i barbari che erano, i chiari committenti rifiutarono disgustati
l'opera che era molto più ampia di questo frammento. Infatti
Rembrandt la smembrò tagliandola a pezzi nella speranza di poterla
vendere meglio e questo è quanto ci rimane, ultima delle tante testimonianze dello
splendore della sua arte.
Lo straordinario dell'arte dell'ultimo Rembrandt risiede nella sua totale libertà nel riprodurre temi e soggetti nel modo più diretto e materico sulla tela in totale e cocciuta cotrapposizione alle sempre più feroci critiche dei buoni borghesi che lui aveva ritratto. Libertà che lo accomuna ad altri straordinari artisti come Tiziano e Renoir tanto per fare due esempi. E non solo nella pittura, ma in tutte le arti con la vecchiaia molti esprimono con quanto più vigore e verità se stessi.
Lo straordinario dell'arte dell'ultimo Rembrandt risiede nella sua totale libertà nel riprodurre temi e soggetti nel modo più diretto e materico sulla tela in totale e cocciuta cotrapposizione alle sempre più feroci critiche dei buoni borghesi che lui aveva ritratto. Libertà che lo accomuna ad altri straordinari artisti come Tiziano e Renoir tanto per fare due esempi. E non solo nella pittura, ma in tutte le arti con la vecchiaia molti esprimono con quanto più vigore e verità se stessi.
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