sabato 3 gennaio 2009

2009

Fuochi artificiali:
da Auckland a Sidney, da Rio a New York, da Mosca a Madrid un tripudio di auguri.

Fuochi reali:
bombe sulla Striscia di Gaza; un ragazzo di 23 anni arso vivo in Calabria; un ragazzo di 25 ucciso per essersi affacciato in un momento sbagliato; una ragazza stuprata alla festa di capodanno a Roma.

Tempo un giorno e l’anno nuovo sembra già riciclato.

“Viviamo ancora dominati dai bassi impulsi” dice Rita Levi Montalcini nel numero odierno del Venerdì di Repubblica “come cinquantamila anni fa. Perché il nostro cervello ha una componente arcaica e limbica (che ha sede nell’ippocampo) che è aggressiva, emotiva e affettiva ed è quella che ha permesso all’australopiteco di salvarsi, quando è sceso dagli alberi e ha affrontato il mondo.
L’altra componente, cognitiva e neocorticale, è molto più recente e corrisponde alla fase del linguaggio. Purtroppo questa parte non riesce ancora a controllare quella più antica che, anzi, nei momenti estremi (guerre, crisi, carestie) torna dominante. Sono le condizioni ambientali in definitiva a metterle in funzione: nei regimi totalitari, per esempio, l’attività del cervello arcaico è al massimo.” “Ma le emozioni allora? dobbiamo metterle a tacere?” “Occorre tenerle sotto controllo.
Ed è quello che andrebbe insegnato a scuola. I bambini non sono cuccioli di cane, hanno una componente cognitiva sulla quale bisogna far leva fin dalla nascita.”

La signora Rita Levi Montalcini va per i cent’anni. Li compirà alla fine di aprile.
Del cervello (e del suo in particolare) dice: “Il cervello non ha rughe. Se continua a lavorare sodo si rinnova continuamente, anche dopo gli ottant’anni. Anzi può perfino migliorare. Con la mia attività lo dimostro: oggi ritengo di avere più possibilità di quando avevo vent’anni per profondità di pensiero e di intuito.” “Bisogna tenere il cervello in attività, sviluppare nuove passioni, perché, altrimenti, il cervello si ferma e con lui il corpo.” “Per le donne,poi , è particolarmente importante perché le donne valgono esattamente come gli uomini, anzi sono dotate di una maggiore flessibilità cerebrale. Purtroppo nel corso del la storia sono state tenute lontane dall’istruzione. Ma laddove hanno accesso al sapere, i risultati non mancano.”

Il bramino Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall’aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese:
“Sei per caso un dio?” “No, brahmana, non sono un dio” “Allora sei un angelo?” “No davvero, brahmana.” “Allora sei uno spirito?” “No non sono uno spirito.” “E allora che cosa sei?”
“Io sono sveglio.”

4 commenti:

  1. Una minuta che offre molti spunti di riflessione e dalla quale prendere appunti per iniziare il nuovo anno con un cuore "non reciclato". Io non so se sono sveglia ma mi riprometto di impegnarmi a fondo per cercare di esserlo, per cercare di essere sveglia con un cuore nuovo.

    Mi piace il tuo layout: semplice, essenziale. Ai prossimi post!

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  2. Benvenuto SJ

    Le emozioni? Lo sviluppo porterà l'uomo a soffocare sempre più le proprie emozioni in luogo della ragione e della razionalità.
    sicuri che sia un vantaggio?

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  3. Un saluto ed una buona serata.Mi sono inserito tra i tuoi lettori..

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  4. Non si tratta di sostituire la ragione alle emozioni. Il problema enorme è quello di conoscere e capire e far interagire i due lobi del cevello destro e sinistro. E' una faccenda molto complicata in tutti gli enormi aspetti coinvolti e certamente al di sopra delle nostre possibili conversazioni su questo blog al momento attuale. Era uno spunto per volgere lo sguardo in questa direzione. Il riferimento a Buddha non è casuale perchè il buddismo è una disciplina che si muove in quella direzione.

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